Il paese è alla testa dell'omonima valle, così detta per il suo tortuoso tracciato. L'operosità degli abitanti, che alternavano ai lavori contadini lo sfruttamento delle miniere e la successiva lavorazione del ferro, dava un minimo di sicurezza alla comunità che, come le altre vicine, dovette comunque fare i conti con ripetute carestie e pestilenze. L'attuale riattivazione dimostrativa di mulini, magli e segherie ad acqua, accanto alla testimonianza emblematica del museo etnografico, dà l'idea di come nessun espediente venisse trascurato nella povera, ma variegata economia di montagna. Tanto bastava perché si avesse la soddisfazione e l'orgoglio di vedersi riconosciuta l'autorità di propri statuti, con una precisa identità da difendere e tutelare anche nei frangenti delle avversità economiche che spesso costringevano all'emigrazione. Tra i più illustri discendenti di emigranti locali approdati a Venezia, si ricorda con orgoglio la figura di Girolamo Ragazzoni, che fu vescovo di Bergamo e nunzio apostolico a Parigi, oltre ad essere stato attivo protagonista del Concilio di Trento.  Attualmente Valtorta mira ad essere un centro montano capace di arrestare il fenomeno dello spopolamento con interventi di qualificazione dei prodotti tipici caseari e con proposte di integrazione turistica che abbinano ai valori ambientali, l'approfondimento delle testimonianze etnografiche.


Ultimo aggiornamento

Tue Aug 29 15:05:16 CEST 2023

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