La prima meta dell' emigrazione fu Bergamo, poi Brescia e quindi Venezia dove, al pari degli altri emigranti bergamaschi, tante famiglie di Valtorta trasferirono le loro attività e ne avviarono di nuove, riuscendo spesso ad eccellere nei vari settori produttivi e nella vita culturale e religiosa.
I legami con la terra d'origine non venivano quasi mai interrotti, ma continuavano in varie forme e si concretizzavano con frequenti donazioni alla parrocchia; ancora per tutto il Cinquecento si hanno esempi di famiglie di emigranti che tornavano periodicamente a Valtorta per esercitarvi il diritto di voto e continuare così a godere, assieme alla cittadinanza, dei privilegi concessi alla valle dalla Serenissima.
(cenni storici tratti dal volume ''Valtorta, i luoghi della storia'', di Tarcisio Bottani e Felice Riceputi, edito dal Museo Etnografico A.V.B. del Comune di Valtorta).