Il Museo Etnografico Alta Valle Brembana di Valtorta è nato e si è sviluppato con questo preciso intento: riscoprire e conservare il passato, valorizzare e trasmettere alle nuove generazioni le testimonianze di una civiltà e di una cultura.
Una civiltà fatta di segni materiali (i luoghi, le case, i mobili, gli arredi, gli affreschi, gli strumenti di lavoro) ma anche e soprattutto di valori: quelli della fatica quotidiana, di una laboriosità pregna di ingegno e pazienza, di una fede genuina, di una semplicità e di una sobrietà di vita oggi del tutto inimmaginabili. Un Museo insomma attraverso cui esprimere l'essenza profonda della storia umana e sociale dell'Alta Valle Brembana.
Ed è sicuramente in risposta a questa ispirazione che l'idea del Museo, coltivata a metà degli anni settanta dal sindaco di Valtorta Pietro Busi e dall'allora parroco don Angelo Longaretti, ha trovato una piena e convinta adesione da parte degli abitanti del paese e dell'intera Alta Valle che non hanno esitato a rovistare centinaia di soffitte e scantinati per fornire una prima dotazione di centinaia e centinaia di oggetti e testimonianze delle più svariate epoche. Né poteva essere individuata sede migliore di quella Casa della Pretura che il Comune provvide ad acquistare e restaurare, rendendo i vari ambienti idonei alla funzione museale.
Da allora l'Eco-Museo etnografico è diventato una creatura viva, non solo come ricostruzione completa e accurata; della casa, degli ambienti, degli oggetti del passato, ma anche come perno di un vero e proprio sistema museale che si allarga a tutti i luoghi storici del territorio: la Chiesa della Torre con preziosi affreschi che decorano le pareti, i dipinti murali che adornano le 43 tribuline poste ai crocicchi di antiche mulattiere, gli affreschi esterni, il mulino, il maglio mulino, le miniere, le fucine e la segheria, un tempo cardini dell'economia locale e la torre dell'orologio.