Chi visita le sale del museo può farsi un'idea precisa di secoli di storia di Valtorta e dell'Alta Valle Brembana: una storia irta di difficoltà e interpretata da generazioni di uomini costantemente alle prese con la lotta per la sopravvivenza, per le quali i modesti ma preziosi attrezzi, frutto dell'ingegno e dell'esperienza, costituivano un aiuto fondamentale sulla strada del miglioramento delle condizioni di vita.

Qui dentro è possibile afferrare frammenti di un' epoca quasi definitivamente travolta dall'incalzare della civiltà tecnologica; in queste sale silenziose e austere si possono rivivere per un momento le vicende di un non lontano passato, testimoniato dalla presenza di oggetti e strumenti semplici, funzionali, levigati e consunti dall'uso quotidiano, di operose generazioni di contadini e artigiani; e qui si impara forse anche ad apprezzare il valore degli oggetti del tempo presente, che troppo frettolosamente vengono buttati, per essere sostituiti con altri, sempre più complessi ed anonimi.

L'esposizione museale, che ricostruisce idealmente gli ambienti più comuni del passato, documenta come l'uomo brembano abbia saputo, nel corso dei secoli, modificare, abbellendoli e rendendoli più funzionali, gli stessi attrezzi del lavoro quotidiano utilizzati da secoli, dando così prova di intelligenza creativa e di capacità di far fronte, con strumenti sempre più efficaci, alle nuove esigenze imposte dal mutare dei tempi e dalle contingenze.

La sistemazione del materiale nelle sale del museo obbedisce al principio di fornire al visitatore l'opportunità di comprendere la funzione e l'uso dei vari oggetti e di immaginare allo stesso tempo particolari momenti della vita umana legati a tale uso. Di conseguenza vi sono meticolosamente ricostruiti vari ambienti tipici, luoghi di lavoro, di svago ed interni delle abitazioni.


Si possono così ammirare, assieme agli arredi propri della vita domestica, ambienti e strumenti tipici dell'artigianato: l'officina del fabbro, il desco del ciabattino e del fabbricante di zoccoli, il banco del falegname, la casera con i grandi caldari e le ramine, il filatoio della lana, il telaio, il tornio per il legno, il carretto dell'arrotino, ed una miriade di altri arnesi propri di attività un tempo importanti e di cui oggi resta solo il ricordo.L'interno delle abitazioni è riproposto dettagliatamente con la ricostruzione completa dei vari ambienti: una camera da letto con il pagliericcio, l'armadio, la culla, gli abiti da lavoro e quelli della festa; la cucina con le cassepanche, le credenze, la madia ed il focolare collocato al centro del locale; i giochi dei bambini e gli strumenti che accompagnavano la loro crescita, tanto semplici e poveri e pure così vicini nella funzionalità a quelli moderni.

Numerosi sono gli attrezzi della lavorazione dei campi e dell'allevamento del bestiame, occupazioni che nei secoli sono state di gran lunga preponderanti nella zona e che ancora oggi mantengono una loro vitalità: arnesi della fienagione, dell'aratura, del boscaiolo, dell'apicoltore e del cacciatore.

Anche i vari aspetti della vita religiosa trovano nel museo spazi adeguati: ex voto, affreschi, paramenti sacri, oggetti propri delle liturgie tradizionali, testimonianze di una fede semplice, ma dalle radici profonde che si esprimeva in svariate forme di devozione.

Non mancano infine documenti delle rare pause concesse allo svago e ai divertimenti: la ricostruzione di strumenti musicali, maschere, burattini, rudimentali giochi di società.

è tra queste testimonianze d'altri tempi che si può recuperare una dimensione più umana del vivere quotidiano e si può recuperare una coscienza più completa del passato.


Ultimo aggiornamento

Thu Apr 16 10:34:44 CEST 2020

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